Sul mercato è stata recentemente lanciata una chiavetta per la cifratura dei dati personali: IndependenceKey, interamente progettata da un gruppo di esperti italiani, promette infatti di inserirsi nel computer e criptare tutte le informazioni, documenti, conversazioni telefoniche e instant messaging, mettendoci completamente al sicuro da spioni e hacker. Si tratta di un discorso attuale, che in realtà è sempre esistito, ma che è stato fortemente sdoganato dopo la scoperta che i servizi segreti dell’NSA spiavano pressocchè tutte le terre emerse.
L’agenzia che si occupa di promuovere il prodotto ha contattato la nostra Redazione, e abbiamo voluto approfittare per estendere il discorso, più in generale, all’intero argomento della cifratura dei dati. Ci hanno suggerito di parlare con Massimo Castelli, il Presidente dell’azienda Quantec, che commercializza la chiavetta:
Il pubblico si interessa di prodotti come il vostro, di smartphone contro le intercettazioni come il Blackphone, o fugge da Whatsapp perchè ha paura per la privacy.
Poi quando bucano la Adobe e si scoprono le password usate dagli utenti, al primo posto abbiamo 123456. Come mai questo comportamento schizofrenico?
Sicuramente lo puoi definire un atteggiamento schizofrenico, che però ha una ragione ben precisa: le soluzioni di sicurezza devono essere trasparenti, ovvero non devono allungare i tempi e le modalità di navigazione, non devono dare fastidio, altrimenti l’utente supera il concetto di sicurezza in favore della comodità.
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