Se fino a non molto tempo fa capitava spesso di incontrare qualcuno che non avesse mai sentito parlare di Bitcoin, oggi la situazione si sta capovolgendo. Di Bitcoin si parla con interesse crescente, ma lo si fa in un contesto di luci e ombre. Da un lato, le luci: sempre più realtà stanno dimostrando apertura verso questa moneta, accettandola come forma di pagamento e apprezzandone gli aspetti positivi.
Dall’altro, le ombre, gettate sui bitcoin soprattutto in tempi molto recenti. Ombre legate alla sicurezza della criptomoneta, minacciata da frodi e attacchi hacker che hanno letteralmente messo KO diversi servizi di wallet online per arrivare alla principale piattaforma di Bitcoin Exchange, MtGox. Quanto è auspicabile una diffusione dei bitcoin e a quali condizioni? Dianora Poletti, Professore ordinario di Diritto Privato, docente di Diritto dell’Informatica ed ex Preside della Facoltà di Economia dell’Università di Pisa, ce lo spiega.
Perché sono stati inventati i bitcoin?
I bitcoin costituiscono una “moneta” non avente corso legale, priva di un ente di emissione (non esiste una banca che la emette) e di un organismo di controllo centrale, che si conia in casa attraverso il proprio computer.
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