di Alex Torre
Un giudice americano ha ordinato a Twitter di consegnare tre mesi di dati dall’account di un utente accusato di alcuni reati correlati alla protesta Occupy Wall Street sul ponte di Brooklyn lo scorso ottobre.
L’ufficio del procuratore distrettuale di New York City vuole che Twitter consegni le informazioni di base da l’account Twitter di Malcolm Harris @destructuremal, ed i suoi tweet.
Twitter ha contestato la citazione, dicendo che gli utenti sono i soli proprietari dei loro tweet in base alle clausole del sito.
Quando è stato chiesto un commento, ad una portavoce di Twitter ha detto: “Siamo delusi della decisione del giudice e stiamo prendendo in considerazione di modificare i nostri Termini del servizio. Continuiamo ad avere un grande impegno per i nostri utenti e i loro diritti “.
I gruppi per i diritti civili ACLU, Electronic Frontier Foundation e Public Citizen dicono che il mandato di comparizione alla ricerca di tre mesi di dati di Twitter violano il quarto emendamento della Costituzione degli Stati Uniti.
Mail giudice della Corte penale Matthew A. Sciarrino, Jr. ha scritto che gli utenti di Twitter non hanno alcuna ragionevole aspettativa di privacy in quanto i tweets sono pubblici. Twitter deve rilasciare tutti i dati dal 15 SETTEMBRE al 30 DICEMBRE 2011, ma i pubblici ministeri avranno bisogno di un mandato di perquisizione per ottenere i dati al 31 dicembre 2011, perché è oltre i 180 giorni dalla sentenza.
Questa la notizie in breve, non è questo il contesto certamente di capire se la violazione della privacy tra Twitter e i suoi utenti sia legale o meno, e se sia limitato agli Usa o, come sempre più spesso accade, andrà a colpire anche altri Stati, come l’Italia ad esempio.
Quando uno posta su un sito è ovvio chesa che i contenuti postati sono visibili a tutti, ma non è certo il contenuto dei tweets che i giudici vogliono portare come prova ma altri dati ben più privati, come locazione dell’utente, dov’era e in che ore.
Questo prova ancora una volta che agli Stati, Uniti e non solo, la privacy va stretta, internet va stretta. Vogliono avere mano libera su tutto per poter utilizzare ogni dati che noi indubbiamente lasciamo per ogni azione che facciamo in rete.
Questo può essere utile in casi di gravi violazioni della legge, ma ultimamente si usa anche e solo per violazioni di copyright o attacchi al potere politico. Una via che può nascondere bruttissimi precedenti di intromissione dello Stato nella vita del cittadino.