Gestisci un’attività online ed anche tu hai il problema di tanti carrelli abbandonati? Come convertire gli acquisti mancati e risolvere tale problema? Ti piacerebbe scoprirlo?
Allora non ti resta che leggere con attenzione questa guida e prendere spunto dai nostri suggerimenti!
Purtroppo, oltre il 70% dei carrelli legati alla vendita al dettaglio online viene abbandonato, causando una preoccupante perdita in termini di affari da parte di chi gestisce un’azienda sul web.
Ma sai da cosa è causato questo fenomeno?
I problemi più comuni sono legati alle cosiddette sorprese nascoste, ossia, costi di spedizione troppo elevati, politiche di restituzione della merce acquistata troppo rigide, prezzi esagerati.
Poi vi è anche chi utilizza i carrelli solo per conservarci gli articoli più desiderati o per calcolare quale sia il loro prezzo effettivo.
Sarebbe molto utile capire perché scoraggi il fatto che le persone non acquistino a causa dei problemi appena evidenziati.
Ma altrettanto importante risulterebbe incoraggiarle, semplicemente ricordando loro ciò che hanno lasciato indietro.
Carrelli abbandonati: i rimedi per convertire gli acquisti mancati
Abbiamo appena visto che sono varie le ragioni per cui sono così tanti i carrelli abbandonati ed è altrettanto complicato capire esattamente quanti siano i clienti rimasti.
A volte anche banali distrazioni, come una telefonata non gestita a dovere, giocano un ruolo chiave e per tale motivo è necessario prendere provvedimenti in modo da aiutare gli acquirenti a tornare in pista.
Tieni presente che un carrello della spesa persistente tiene traccia degli articoli che il cliente ha lasciato nel proprio e salva tali dati per un certo periodo di tempo.
Tali carrelli, tuttavia, non sostituiscono le email legate all’abbandono, ma se non ci fossero tu rischieresti di limitare i recuperi di coloro che aprono e cliccano sull’email che invii.
Come è meglio fare, allora? Utilizzare entrambi i metodi, ossia, tenere vivi i carrelli ed usare le email di recupero!
Caratteristiche di un carrello della spesa
Vediamo, prima di tutto, quali sono le caratteristiche che un carrello della spesa deve avere:
- Icona del carrello associata al numero degli oggetti scelti dal cliente, in modo da ricordargli che ha lasciato dietro qualcosa.
- Nome completo del prodotto, immagine e prezzo corrente
- Promemoria di eventuali sconti oppure offerte speciali relative agli articoli presenti nel carrello.
- Altre funzionalità del carrello esistenti, come l’aggiornamento della quantità, il salvataggio nella lista dei desideri e la rimozione degli articoli.
- Incoraggiamento a controllare in tempo reale, pur non offrendo alcuno sconto, in modo da eliminare ogni tipo di distrazione.
- Testo promozionale che aiuta a chiudere le vendite, da menzionare direttamente nella pagina del carrello.
Tempo di conservazione dei dati in un carrello persistente
Un carrello persistente, teoricamente dovrebbe funzionare a tempo indeterminato, ma ciò non sempre è possibile quando ci si affida soltanto alle sessioni di acquisto di tutti gli acquirenti, che siano registrati o meno.
Essi funzionano meglio se in combinazione con gli account dei clienti. Da ricordare, inoltre, che l’utilizzo della funzione con account consente ad essi di controllare i propri carrelli da qualsiasi dispositivo.
Di seguito vedremo anche in che modo si determina il tasso di abbandono dei carrelli di un sito, altro punto fondamentale della guida dedicata ai carrelli abbandonati e come convertire gli acquisti mancati.
Carrelli abbandonati come convertire gli acquisti mancati: determinare il tasso di abbandono
Il sistema per determinare il tasso di abbandono del carrello di un sito, è alquanto semplice.
Per prima cosa è necessario calcolare il tasso di completamento, dividendo il numero totale degli ordini completati per quello dei carrelli acquisti creati per un certo periodo di tempo.
Ricapitolando: il tasso di completamento è dato dal totale ordini completati/totale carrelli.
Facciamo un esempio pratico per chiarire meglio il concetto: se sono stati creati 500 carrelli e sono stati completati 30 ordini, il tasso di completamento equivale al 6% (30/500 = 0,06).
Ciò vuol dire che il 6% dei carrelli è risultato in ordini, mentre il 94% dei carrelli è stato abbandonato.
Qualora il tuo negozio virtuale consenta alle persone di andare direttamente alla cassa, senza visualizzare la pagina del carrello, ti consigliamo di tenere traccia delle conversioni delle conversioni dalla pagina del carrello alla cassa.
Solo così avrai modo di sapere quanto la pagina acquisti aiuti o danneggi le conversioni.
Carrelli abbandonati. Calcolare il tasso di completamento con Google Analytics
Puoi aiutarti mediante una canalizzazione a Google Analytics per poter calcolare il tasso di completamento.
Ecco i passaggi da eseguire:
- Amministrazione – Visualizza – Obiettivi – Nuovo Obiettivo
- Assegnare un nome all’obiettivo ed impostare il tipo su Destinazione
- Inserire l’URL relativo alla pagina di ordine completata del negozio
- Attivare “Imbuto”. Per il primo passaggio inserire il nome e l’URL relativo nella pagina del carrello degli acquisti. Per il secondo passaggio, inserire il nome e l’URL relativo nella pagina di fattura/ordine completata
- Cliccare sul link “Verifica questo obiettivo”
- Cliccare su salva.
Inoltre, per poter visualizzare la tariffa carrello-acquisto in qualsiasi momento, basta fare click su Conversioni-Obiettivi-Visualizzazione canalizzazione e selezionare l’obiettivo.
A questo punto prendi il tasso di completamento e sottrai dal 100% per determinare il tasso di abbandono.
Concludiamo la nostra guida sui carrelli abbandonati come convertire gli acquisti mancati, suggerendoti di analizzare spesso la situazione, per vedere cosa funziona e cosa no.
Se fatto bene, un carrello persistente dovrebbe svolgere un ruolo chiave nell’aumento delle conversioni complessive.
Non dimenticare di tenere traccia dei referral delle email di abbandono, per ottenere un’immagine ancora migliore dei tassi di conversione in base alle sessioni di acquisto ed agli sforzi di recupero.