Per la SERP mobile, Google cambia qualcosa. L’aggiornamento del più celebre motore di ricerca, investe il mondo mobile, considerando che la stragrande maggioranza degli utenti naviga oramai da smartphone. Per questo ci siamo posti 9 domande dopo aver raccolto degli indizi su questo cambiamento. E abbiamo provato a dare delle risposte.
Qual’è il cambiamento che Google ha apportato alle ricerche mobile?
Nell’ultimo periodo ci sono stati notevoli cambiamenti per le applicazioni Google e per Google Play; c’è stata anche una revisione della SERP mobile e altri sviluppi avanzati che cambiano le linee da seguire per la ricerca mobile. Questa serie di indizi ha fatto pensare ad un possibile rinnovamento da parte di Google.
Google ha infatti programmato un nuovo algoritmo per mobile e per la gestione delle pagine mobile-friendly. Questo ha effetti sulle pagine singole delle App, le applicazioni Android e forse anche i Deep Link su applicazioni iOS.
Le nuove linee guida di Google per il mobile-friendly si concentrano soprattutto sui linguaggi JAVA e CSS, perché le applicazioni Android sono sviluppate con Java, e le pagine web delle applicazioni fanno molto affidamento sul JavaScript, un linguaggio che rende la navigazione molto fruibile su smartphone.
Alcuni esempi di siti che utilizzano, per le loro pagine, un design responsive con struttura simile a quella di un’applicazione sono:
Facebook’s News feed
http://scrollsample.appspot.com/items (di J. Muler per Google)
Google sta inoltre testando questo tipo di architettura dei siti anche su Blogspot.com (proprietà di Google). Google vuole insomma indicizzare sia i contenuti delle app, sia i deep links che rimandano alle applicazioni; ma non vuole utilizzare soltanto l’algoritmo che viene utilizzato su ricerche desktop o rallentare il processo con contenuti che non sarebbero mai indicizzati nella ricerca desktop.
Crediamo inoltre che la recente attenzione sui deep link e l’annuncio di un nuovo processo di revisione automatico e manuale di Google Play siano strettamente collegati. Questo annuncio rivela, per certo, che Google ha pronto un nuovo algoritmo capace di indicizzare le applicazioni Android.
Il nuovo algoritmo non si concentra solo su un elemento (pagina web o schermata di un’applicazione), ma prende in considerazione tutti gli elementi (come gli schemi e la costruzione dei siti web), concentrandosi maggiormente sui feed. In questo modo Google potrà capire il contenuto delle applicazioni, specialmente per iOS.
Ciò che viene indicizzato non è più il codice della applicazione, ma il deep link che collega ai contenuti dell’applicazione e, quindi, saranno indicizzati i contenuti stessi.
Google ha annunciato che il vecchio sistema di indicizzazione AJAX è stato dismesso, ma non ha detto come verrà rimpiazzato. Le istruzioni date ai webmaster per rendersi individuabili da AJAX si basavano sulle singole pagine web tramite clic sui link dei contenuti, mentre ora entrano in gioco i feed, con un ruolo molto importante. L’appoggiarsi ai feed rende più facile per Google prendere le informazioni direttamente dalla SERP (un processo che viene effettuato sempre più spesso). Questo permetterà di raccogliere anche le form direttamente dalla SERP.
Google inserisce già oggi nei risultati di ricerca la definizione “Mobile friendly”, ma questa è una scritta che occupa molto spazio; per questo potrebbe cambiare la visualizzazione dei risultati con nuove etichette, per esempio con la scritta SLOW (lento). In questo modo l’impatto negativo sarà ancora più evidente e spingerà tanti ad apportare modifiche al proprio sito web.
La stranezza è che Google non si sia concentrato sulla velocità delle pagine mobile; ma questo è dovuto al fatto che i contenuti di un sito sono più importanti. La velocità delle pagine e il loro caricamento sarà un argomento da affrontare successivamente.
Nel nuovo algoritmo rientrano anche gli indicatori UX su mobile, che si possono vedere attualmente in fondo alle pagine dello strumento Google PageSpeed. Abbiamo potuto sperimentare il loro inserimento nello strumento di test Mobile Friendly e, di certo, verranno aggiunti anche questi elementi agli strumenti a disposizione dei webmaster per effettuare i report.
Concentrarsi su Java e CSS significa quindi assicurarsi che, al momento del lancio del nuovo algoritmo, molti siti siano già pronti.
Il mio sito non è mobile-friendly. La ricerca su desktop subirà delle conseguenze?
La risposta è no. Il nuovo algoritmo tratterà unicamente il mobile e valuterà solo in questo senso, senza incidere sulle ricerche effettuate su desktop. In ogni caso, è meglio correre ai ripari e sistemare il proprio sito in versione mobile; non possiamo sapere se, prima o poi, la ricerca mobile influenzerà la versione desktop e, in ogni caso, è meglio offrire all’utente una navigazione perfetta anche da mobile.
Che impatto avrà questo cambiamento sul mobile?
Non è ancora chiaro se tutti i siti mobile subiscono questo cambiamento. Può essere più incisivo su dispositivi Android, oppure può essere identico sia per iOS che Android. Al momento vediamo differenze molto nette tra iOS e Android per alcuni risultati di ricerca: ci aspettiamo più cambiamenti per Android.
I deep link sono la chiave di distinzione per la ricerca mobile tra dispositivi Android e iOS; al momento la ricerca visualizza solo i deep link delle app Android e solo su device con questo dispositivo. Ci sono ragioni di credere però che questo gap venga presto recuperato.
Per esempio, Justin Briggs ha dimostrato che solo pochi deep link su iOS sono validi per lo strumento Google sui deep link. Questo può voler dire che ci saranno cambiamenti in futuro, ma per il momento resterà ancora qualche differenza.
Non è ancora chiaro se Google manterrà la ricerca desktop per i tablet oppure li vorrà considerare come ricerche mobile. Sembra però che i tablet Android includeranno i risultati App Pack (lista di applicazioni), quindi i tablet dovrebbero rientrare anch’essi nella tipologia mobile.
Anche l’ottimizzazione delle email per la ricerca mobile sta diventando molto importante dal momento che l’apertura di e-mail da mobile è aumentata del 180% in tre anni. A partire da ora, l’algoritmo di ricerca può includere nei risultati di ricerca le email. Questo grazie a Google che passa in rassegna tutte le email nell’account Gmail personale e le indicizza (insieme al vostro profilo) per poi farle avere disponibili su tutti i device (anche quando non avete effettuato il log in nel vostro smartphone). L’ottimizzazione delle email diventa sempre più importante e nell’aggiornamento potremmo trovare un nuovo markup nei risultati di ricerca, per renderli ancora più personalizzati.
I siti che indirizzano a un sotto dominio mobile saranno considerati in questo cambiamento?
Questa domanda è molto interessante, perché nel tempo sono nati tantissimi siti con il dominio preceduto da (m.) e con un buon risultato nell’indicizzazione. Il sotto dominio è dunque considerato una buona intenzione per il mobile-friendly, ma bisogna ricordare che l’algoritmo partirà da zero (cioè non avrà dati storici che indicheranno quali altri siti hanno meno capacità di supportare il mobile). Si noti che molti rappresentanti di Google hanno cessato di sostenere questo tipo di responsive design; certamente sono presenti pochi errori ed è più facile effettuare la scansione e l’indicizzazione con questa versione, ma riconoscono di più le nuove strutture mobile dei siti.
Come faccio a sapere se il mio sito risponde ai requisiti Google per essere mobile-friendly?
Google ha creato uno strumento apposito, che vi risponderà molto sinceramente con un sì o con un no. Le pagine sono valutate singolarmente, quindi potete effettuare questa operazione anche tramite la query [site:] sul vostro telefono per ognuna di esse. Potrete sottoporre al test ogni singola pagina del sito, in modo tale da comprendere quali stanno funzionando e quali no.
Non ci sono altri risultati possibili: il vostro sito è mobile friendly o no. Non c’è via di mezzo e la valutazione viene effettuata istantaneamente: non ci saranno prove successive.
Abbiamo sperimentato che non necessariamente ciò che dice il risultato è però quello che vediamo sul nostro telefono. Un altro particolare: due risultati diversi per due pagine che hanno lo stesso template. Probabilmente è dovuto al ritardo che c’è tra lo strumento e il motore di ricerca. Quando aggiornate una pagina e la testate, verificate prima con lo strumento Google se è mobile-friendly. In caso di risposta positiva, il modo migliore per ottenere più velocemente la designazione di sito mobile friendly nei risultati di ricerca è sperimentare tutta la mappa del sito tramite gli strumenti del Webmaster e ottenere una nuova scansione.
L’applicazione mobile può migliorare la mia indicizzazione su mobile?
Ci sono due cose da considerare. Primo: se la ricerca è correlata con la lista delle applicazioni, la vostra applicazione avrà sicuramente più visibilità. Questo perché Google considera le applicazioni come un nuovo tipo di risultato di ricerca, detto App Pack (su dispositivi Android).
L’App Pack è un gruppo di applicazioni, correlate tra loro, che rispondono ad una determinata query. Sono mostrate insieme in una box separata dai risultati organici. Questa box compare solitamente tra i primi due risultati, facendo così scivolare tutto il resto in basso, lontano dalla vista.
C’è una forte correlazione tra il ranking delle applicazioni su Google Play e le parole chiave esatte nel titolo dell’applicazione.
Google sembra valutare infatti anche la qualità delle applicazioni e inserisce nei risultati solo quelle che hanno ottenuto una media voto di 3,5 su 4, come minimo.
La stessa cosa potrebbe accadere anche su dispositivi iOS. Questo significa che le ricerche potrebbero mostrare solo 1 o 2 risultati organici, mentre il resto potrebbe sparire in basso, lasciando spazio a questa box di app pack. Se la query risponde all’ottimizzazione dell’app, allora la visibilità online dei siti potrebbe risentirne.
Secondo: i Deep Links tra il vostro sito e la vostra app miglioreranno i risultati di ricerca. I Deep Links sono diversi dalle liste di app sull’App Store o Google Play, perché collegano direttamente a una schermata della vostra applicazione. Nei risultati di ricerca sembrano normali link, ma quando cliccate vi sarà data l’opportunità di aprirli su web o sull’applicazione.
Al momento, se aggiungete un Deep Link alla vostra applicazione Android e associate il vostro URI dell’applicazione al corrispondente contenuto su web, Google riconosce questo legame tra sito web e applicazione (e permetterà agli utenti che hanno scaricato l’applicazione di accedere ai contenuti dall’applicazione mobile).
Per ora gli unici modi per far apparire i deep link nei risultati di ricerca sono:
– avere contenuto identico alla pagina web
– avere un codice che si associa alle corrispondenti pagine web
– l’applicazione deve essere installata dall’utente. Se non è installata il link risulterà essere quello web
Per valutare la qualità delle App Google studierà le recensioni, i +1 e le valutazioni. Con questo aggiornamento di Google è possibile che l’URI della App, senza il contenuto corrispondente su web tramite link diretto, possa essere indicizzato in una SERP mobile dalle informazione che Google stesso acquisisce dalle feed dell’applicazione. In questo caso, la qualità dell’applicazione potrebbe essere un segnale positivo per le schermate dell’URI, e non solo per i contenuti web associati. Una grande novità per le applicazioni.
Devo avere un’applicazione? Nel caso, deve essere Android o iOS? O tutte e due? Che cosa posso fare se ho un bidget limitato?
Se si ha il budget per sviluppare entrambe le applicazioni, allora è utile averle entrambe, soprattutto se si considera come un’aggiunta positiva e non una replica del sito web (anche se, come abbiamo detto, inserire dei contenuti molto simili è necessario per il deep linking). Se invece si ha un budget limitato, bisogna compiere una scelta, ma va considerata come una scelta di business e non di SEO. In generale, la maggior parte del business necessita di un sito mobile efficiente e basta concentrarsi sul favorire una fruizione perfetta al cliente. Esperienze che offrono utilità offline (per esempio il photo editing), o che acquistano vantaggi sul computing (i giochi) oppure fanno riferimento ad elementi fuori dal web sono quelle che necessitano di più di un’applicazione.
Il consiglio di creare un’applicazione va seguito soltanto se non si riesce a dare il meglio tramite sito mobile.
Ci sono molti ostacoli da superare nello sviluppo di un’applicazione: soltanto lo sviluppo e il mantenimento possono costare parecchio. Quindi valutate bene se questa è la direzione giusta, anche per il vostro cliente.
In caso positivo, potete utilizzare lo strumento di Google Analytics per capire quale sistema operativo è migliore per i vostri clienti. Se non potete avere questi dati perché non avete ancora un sito internet, scegliete la piattaforma migliore che vi consenta di monetizzare di più. Gli utenti iOS tendono a spendere di più rispetto a quelli di Android, ma ci sono più utenti Android nel mondo.
In sostanza, se avete intenzione di monetizzare la vostra applicazione con le transazioni dell’utente come acquisti (In App Purchase) o sottoscrizioni, allora scegliete iOS; ma se avete intenzione di monetizzare tramite pubblicità e adv, allora Android è più redditizio.
Con i cambiamenti di Google l’utilizzo e la creazione di app Android potrebbero essere più facili, piuttosto che quella su iOS. Questo è un altro elemento da tenere a mente.
Che impatto ha la ricerca sul traffico mobile? C’è un modo per capire se le keyword utilizzate sono adatte per la ricerca mobile o da desktop?
Google sta cercando di migliorare sempre più l’esperienza della ricerca mobile, mostrando come primo risultato il migliore, con tutte le informazioni richieste e ricercate. Spesso troverete al primo posto, prima dei risultati organici, la vostra ricerca. Chi si occupa di SEO sa che questo risultato può avvenire per le ricerche localizzate, ma ora accade per qualsiasi tipo di ricerca: questo può comportare una deviazione del traffico al sito.
Ci sono infatti più informazioni mostrate direttamente in un box, specialmente sul mobile.
Google ha migliorato e diversificato il numero di aggregatori (tipo “Sponsorizzati”) su mobile, soprattutto su Android. Questo si può verificare con le ricerche di hotel, viaggi, musica e TV: le ricerche più effettuate, insomma, danno risultati che sono più rilevanti e rispondono di più alle caratteristiche, lasciando indietro la parte organica. Quando vedete una piccola I grigia sull’angolo destro del risultato (soprattutto là dove Google formatta una lista speciale), significa che Google prende una piccola porzione di guadagno da un’operazione correlata, anche soltanto se il sito sta pagando per ricevere click.
Il semplice link ormai è cosa vecchia. I primi risultati hanno tante informazioni o call to action, ma non solo: votazioni, icone per le app, link per direzioni o estensioni…
Se non avete visto la presentazione del Dr. Pete al SMX West sul cambiamento della SERP mobile, dovreste farlo! Porta la questione sul formato desktop, ma il punto fondamentale è utile anche per il mobile: “Google sta competendo essenzialmente contro le nostre stesse informazioni, e penso che siamo ad una svolta nella relazione tra Google e i webmaster“.
Diventa difficile dire quali keyword utilizzare. Con alcuni strumenti come Google Analytics o gli strumenti a disposizione dei webmaster potete provare a filtrare le ricerche effettuate su mobile, per capire il comportamento degli utenti. Oltre a questi, ci sono altri strumenti più sofisticati, come Search Metrics o Brightedge, ma sono anche fin troppo esaustivi per operazioni minori.
Qual è l’obiettivo ultimo di Google con questi cambiamenti?
Ce ne sono parecchi. Crediamo però che Google voglia dare agli utenti la migliore esperienza su mobile e mostrare alla gente proprio quello che vuole. Ovviamente c’entrano anche i soldi. Per esempio, il discorso sul migliorare la visibilità delle applicazioni, spingerà più gente su Google Play, anche solo per dare il via allo sviluppo. Da Google Play è facile poi acquistare anche altri prodotti.
Anche per la musica vale un discorso simili: includento testi e video l’utente potrà fruire direttamente la canzone su Google Play. Google ha anche pensato di offrire Google Play su iOS (attualmente fornisce solo un sistema cloud per la musica). Ma è un primo passo di espansione per battere la concorrenza al loro livello.